venerdì 8 aprile 2011

Giorgio La Pira

“Credente o non credente, giovane o anziano, volente o nolente; il fatto esiste: sei imbarcato e la navigazione alla quale, volente o nolente, tu partecipi, interessa l'intiero corso della tua vita!”

Questa frase potrebbe non solo descrivere a pieno la figura di Giorgio La Pira ma chiarire che cosa “l’uomo dei poveri” intendesse con la parola democrazia. La sua vita è sempre stata, infatti, dedicata alla cura e all’ascolto del popolo che si trovava a rappresentare fosse quello fiorentino quando divenne Sindaco di Firenze o quello italiano quando divenne Ministro. Non ci importa sottolineare troppo la vita partitica che La Pira condusse, il fatto che accogliesse maggiormente le idee presentate da una parte piuttosto che dall’altra poco modifica il valore che ha portato nel mondo delle politica con il suo modo di agire; ci interessa maggiormente vedere la sua vita.

A lui interessava portare avanti i problemi della gente, non c’era quindi interesse nel distruggere l’avversario, non c’era interesse nell’apparire mediatico che oggi contraddistingue il modo di fare politica, lui lavorava. Il tempo dovuto e la sua passione portavano ai risultati che sperava accadessero. Fare politica era per lui un lavoro a tempo pieno che lo impegnava in particolar modo nella risoluzione della povertà, nella ricerca di possibili cambiamenti che portassero felicità, la vera felicità, alla gente.

L’intelligenza di instaurare una messa per i poveri o tassare maggiormente chi più aveva per permettere di non appesantire troppo chi già era in difficoltà economiche dimostra come il suo temperamento fosse al di sopra di ogni etichetta, riusciva a mettere in dialogo cattolici e comunisti perché sapeva di lavorare per un principio superiore.

Il 5 novembre 1977 muore, molti altri politici hanno cercato di seguire le sue orme, imparare dal suo modo di fare. Oggi questo modo di porsi di fronte all’avvenimento politico, un modo umile e intraprendente, è scomparso.

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