Abbiamo iniziato un ciclo di conferenze dal titolo “Le parole della politica”, perché vediamo che queste vengono sempre più stravolte e rese ambigue nel loro vero significato e abbiamo chiesto a Guido Folloni di aiutarci in questo dialogo.
Iniziamo con la parola democrazia proprio perché oggi, nel nostro paese, a causa di una sempre maggiore influenza della mentalità dominante e di un sempre maggior potere mediatico concentrato nelle mani di pochi, la democrazia rischia di essere un impianto giuridico che non trova più un senso e un collegamento con la vita delle persone. La politica, che è la massima espressione della cultura, che cerca i mezzi per una convivenza umana e un progresso rispettoso del bene comune e che dovrebbe avere come centro della propria azione l’uomo, oggi è soprattutto azione di forza, mossa da interessi economici e personali. La politica in Italia, tenta di svuotare di senso la democrazia in vari modi, ma senza dubbio attraverso la soppressione di un elemento vitale della vita sociale e politica che è il pluralismo.
Nonostante tutto, però, nel Paese qualcosa si muove alla luce dei recenti esiti delle elezioni amministrative, per riproporre la centralità della politica a partire dai suoi strumenti principali e fondanti, come la costituzione, l’equilibrio tra i poteri, e, in vista dei prossimi referendum, il centro culturale invita ad andare a votare; innanzitutto questo: votare, cioè esercitare il diritto di voto come segno di partecipazione alla vita del Paese. È una scelta culturale, una presa di posizione necessaria.